Numero 3: Grazia Anna Pipino

Intervista a Grazia Anna Pipino, psicologa ed educatrice determinata

R: Ciao Grazia Anna! Se dovessi scegliere tre aggettivi per descriverti quali sceglieresti? 

Giusta, malinconica, rispettosa. Ho un grandissimo senso della giustizia, del dovere, del rispetto delle regole sociali. Ho una naturale propensione alla difesa dei più deboli. Nell’accezione positiva del termine, sono malinconica, mi spiego meglio: trovo nella malinconia la giusta dose di tristezza che fa bene. Che sia il ricordo di un momento buio o di luce, lei mi ricorda quanto è stato fatto in quel preciso momento. Alla base di tutto c’è il rispetto. Il famoso detto “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” è il mio motto.  

 

R: Se gli altri dovessero descriverti con 3 aggettivi quali credi sceglierebbero e perché?

Permalosa, sognatrice, forte. Devo ammetterlo, per una gran parte della mia vita lo sono stata. Probabilmente è stata la risposta alle critiche, una sorta di corazza che aiutava a proteggermi, che mi permetteva di essere forte di fronte a ciò che mi feriva. Poi ho capito che contare fino a dieci non è per niente male! Sono sempre stata una sognatrice, chi mi conosce bene sa che sarei voluta nascere in un palazzo reale, Buckingham Palace è sempre stato il mio sogno. Ho i piedi per terra però, e credo fortemente che ognuno di noi abbia il diritto di sognare. Mi è stato detto tantissime volte che sono una donna forte, ahimè anche io ho le mie fragilità, probabilmente so celarle bene. Affronto ogni problema con il cuore e con la ragione. Mi rimbocco le maniche e ricordo a me stessa che la compagna migliore per le proprie battaglie (anche un po’ per quelle degli altri) sono io.       

 

R: Ci parli un pò di ciò di cui ti occupi? 

Nasco come Psicologa Cognitiva, ho approfondito poi l’ambito della psicologia giuridica, nel frattempo, però, la vita mi ha fatto qualche scherzo riservando per me altre vie da percorrere. Attualmente sono educatrice di asilo nido, questo è un lavoro tanto appagante per me. Quando torno a casa, in viaggio, guidando, ripenso ai sorrisi e agli abbracci ricevuti dai bambini… mi ritengo una persona molto fortunata. Inaspettatamente, da qualche mese, ho deciso di investire il mio tempo nella mia più grande passione che è la cucina. Amo i dolci, mi piace creare nuove ricette e reinventarne altre.   

 

   R: Quando hai lanciato la tua attività e perché?

Non so se parlare di attività sia il termine appropriato, parlerei più di passione. Durante il lockdown, a causa della pandemia globale, mi sono ritrovata a casa, da sola per molte ore al giorno, e così, mi capitava di sfogliare pagine web, blog, account instagram che si avvicinavano tanto al mio modo di essere. Iniziavo a chiedermi se un giorno sarei stata in grado di far parte d questo mondo social, se ne fossi stata all’altezza. Amo cucinare, per me, ma soprattutto per gli altri. Da buona pugliese, la domanda che pongo ai miei ospiti è: “Siete sazi?”. Il mio è un approccio consapevole al cibo, dobbiamo essere coscienti di ciò che mangiamo, solo così riusciremo ad avere cura del nostro corpo e della nostra mente. Ciò che voglio trasmettere attraverso le mie ricette è che non dobbiamo avere paura del cibo, ma dobbiamo adattare noi stessi ad uno stile di vita sano e consapevole; si può mangiare dell’ottimo cibo anche senza ricorrere all’utilizzo di grassi eccessivi. Così nasce questo percorso, con l’obiettivo di avvicinare più persone che non la pensano come me.   

 

  R: Quali credi che siano le caratteristiche e le abilità necessarie per intraprendere un percorso come il tuo? 

Non esiste una scaletta di caratteristiche o abilità necessarie. Ciò che conta è essere sé stessi, fare ciò che piace in maniera corretta, pulita e semplice. Non avere alte ambizioni, non crearsi false aspettative, ma fissare i propri obiettivi man mano che il percorso progredisce.     

 

R: Cosa consiglieresti a chi come te vuole intraprendere questo tipo di percorso? 

Come nella vita di tutti i giorni, anche in questo campo, consiglio di non farsi abbattere dal giudizio degli altri. Non lasciarsi intimidire dalle critiche e nemmeno farsi sopraffare dall’indifferenza, verso quello che fai, delle persone a te più vicine. Trai vantaggio da questo e fanne la tua forza!    

 

R: Quali sono state le difficoltà che hai incontrato sul tuo percorso? 

La più grande difficoltà l’ho avuta con me stessa. Ho combattuto con la voglia di mettermi in gioco e la protezione di un lato di me che non avevo mai mostrato prima d’ora. Alla fine è prevalsa in me la voglia di fare, il senso di libertà delle mie azioni, di sperimentare nuovi percorsi, di credere in nuovi progetti, nelle varie opportunità che la vita ti offre.     

 

R: Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa avresti fatto? E perché?

Me ne sarei pentita. Sarei rimasta passivamente dietro uno schermo a guardare chi aveva avuto più coraggio di me e poi avrei tirato fuori quel coraggio, quella forza di rischiare o semplicemente la voglia di sorridere e mi sarei buttata a capofitto proprio come ora.   

 

  R: Terminiamo quindi con la domanda di rito, di chiusura, tipica del nostro giornale: quale numero primo ti rappresenta e perché?

Il 3 in quanto il numero 3 per me è forza, coraggio, audacia, amore, sofferenza e rinascita. Il numero 3 siamo io, mia madre e mia sorella, tre donne che si sono fatte da sole, che hanno combattuto con la vera tenacia di un combattente, che ci sono l’una per l’altra sempre. Siamo tre punti diversi nello spazio che guardano nella stessa direzione. Il numero tre è rappresentato anche da un mio tattoo, il triscele che rappresenta la Dea nella sua triplice veste di Vergine-Madre-Vecchia/Figlia-Madre-Sorella.     

 

R: Grazie, è stato un vero piacere averti con noi. 

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