Numero 11: Alessandra Libertini

Intervista a Alessandra Libertini, scrittrice profonda!

Ciao Alessandra! Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descriverti quali sceglieresti? E Perché? 

PROFONDA, perché non mi limito mai alla superficie delle cose. TENACE perché porto le mie situazioni fino in fondo senza esitare, lavorando tanto e sacrificandomi più che posso. TESTARDA perché a volte riesco a fissarmi in modo irreversibile sulle cose.

Che aggettivi userebbero gli altri invece per descriverti? E perché? 

ACCOGLIENTE, perché non ho pregiudizi di sorta e cerco di stare vicino agli altri in tutte le situazioni. CAZZONA (si può dire?) perché cerco spesso il lato leggero  delle cose. AUTOCRITICA ai limiti della sopportazione umana.

Ci parli un pò di ciò di cui ti occupi? 

Sono una scrittrice professionista, oltre ad aver pubblicato dei libri miei lavoro come editor e ghostwriter, possiedo un service letterario con una socia.

Quando hai deciso di lanciare la tua attività? E perché? 

In realtà scrivo racconti e poesie da quando ho imparato a posare la penna sul foglio ma dal 2016 ho scelto questa carriera, pubblicando il mio primo romanzo “Un balcone di Bombay”, vincitore del premio Salvatore Quasimodo 2017 e finalista in diversi premi letterari. Nel frattempo, in quattordici anni ho cambiato una decina di lavori, ho studiato molto laureandomi due volte e conseguendo un master. 

Quali credi che siano le caratteristiche e le abilità necessarie per intraprendere un percorso come il tuo? 

L’innata predisposizione al lavoro duro e senza orari, alla speranza perché è un contesto in cui ci si demoralizza quotidianamente, tanta, tanta forza. Poi, fondamentale, una buona conoscenza della lingua e degli argomenti su cui scrivere, la cura dello stile e della forma, oltre che della sostanza.

Cosa consiglieresti a chi come te vuole intraprendere questo tipo di percorso? 

Prima di tutto, togliere la spocchia e munirsi di umiltà. Secondo, affidarsi alla revisione dei professionisti o comunque ai consigli degli addetti ai lavori che sono lì apposta per chiarire ogni dubbio. Poi lavorare, lavorare tantissimo su se stessi e sul proprio lavoro letterario.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato sul tuo percorso? Come le hai affrontate? 

Sono state moltissime. Lo scoraggiamento quotidiano è il primo ostacolo ed è quello che fa fuori molto “corridori” in questa gara verso la soddisfazione personale. Poi, vari episodi ogni giorno: dalla libreria che si scorda di prepararti l’evento concordato al maniaco che scambia le tue poesie sensuali per annunci erotici, liti con giornalisti arroganti, e molte altre cose.

Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa avresti fatto? E perché? 

Sinceramente, non lo so. Credo la fotografa professionista. O avrei insegnato ginnastica ritmica. Del resto, sono stati i due lavori svolti negli anni precedenti che ho più amato.

Terminiamo quindi con la domanda tipica del nostro giornale, Quale Numero Primo ti rappresenta di più? E perché?

11. È il mese della mia nascita.

 

 

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