Numero 23: Dario Vaccari

Intervista a Dario Vaccari, quadro direttivo di banca sognatore

 

 

R: Ciao Dario! Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descriverti quali sceglieresti? E Perché? 

Sognatore, Testardo e Umile. Un mix di aggettivi molto particolare così diversi tra loro ma che alla fine hanno un fondo di legame. Sognatore perché ho la sindrome di Peter Pan sono un eterno bambino che si butta ancora oggi ad occhi chiusi convinto che sotto ci sia il tappeto volante; Testardo perché se penso di poter riuscire in qualcosa e mi pongo un obiettivo devo raggiungerlo a tutti i costi; Umile perché nonostante di obiettivi ne abbia raggiunti tanti non ho mai cambiato il mio modo di essere e la gentilezza che ripongo nei rapporti umani. 

 

R: Che aggettivi userebbero gli altri invece per descriverti? E perché? 

Preciso, Divertente e Coinvolgente. Preciso perché non lascio nulla al caso e curo tutto in ogni minimo dettaglio; Divertente perché faccio sempre tutto con il sorriso sulle labbra; Coinvolgente perché mi piace fare tutto in gruppo, il mio motto è più siamo meglio stiamo

 

R: Ci parli un pò di ciò di cui ti occupi? 

Sono un quadro direttivo di banca e dirigo gruppi di lavoro. Sono ormai alla mia terza esperienza da responsabile e ciò che più mi paga, a prescindere dal raggiungimento degli obiettivi, è il feeling che riesco a costruire con i miei collaboratori. Nel tempo libero sto cercando di costruire un servizio innovativo per trovare il giusto connubio tra cliente e negoziante dove a giudicare la vestibilità di un capo di abbigliamento all’interno di una dressing room siano gli utenti dell’APP.

 

R: Quando hai deciso di lanciare la tua attività? E perché? 

In realtà è in fase di studio e di lancio e vorrei offrire un servizio innovativo che possa connettere i titolari di attività di commercio alla rete e i clienti al social network favorendo così da una parte la pubblicità dell’attività commerciale e dall’altra la visibilità e l’aumento di follower nonché la ricezione di possibili sconti.

 

R: Quali credi che siano le caratteristiche e le abilità necessarie per intraprendere un percorso come il tuo? 

Caparbietà, umiltà, tenacia ed un pizzico di follia, penso che siano gli ingredienti giusti per credere che se anche ti trasformassero in un chicco di riso e ti inserissero in un frullatore, alla fine quello si romperà e smetterà di girare e tu ne uscirai più forte.

 

R: Cosa consiglieresti a chi come te vuole intraprendere questo tipo di percorso? 

Se parliamo di quello di banca consiglieri veramente di rimanere sempre umili e pensare che grandi non si diventa da soli ma con la forza di un gruppo. Se parliamo di questa mia nuova follia allora spero di riscrivere quest’intervista tra qualche anno avendo cambiato mestiere.

 

R: Quali sono state le difficoltà che hai incontrato sul tuo percorso? Come le hai affrontate? 

La difficoltà più grande in alcuni casi è stato il pregiudizio che ho sempre cercato di affrontare facendo capire che dietro l’aspetto di ogni uomo c’è un cuore che batte.

 

R: Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa avresti fatto? E perché? 

Penso che mi sarebbe piaciuto intraprendere quello della moda, è un mondo meravigliosamente dinamico ed estroso non c’è limite alla follia.

 

R: Terminiamo quindi con la domanda di rito, di chiusura, tipica del nostro giornale: quale numero primo ti rappresenta e perché?

Il 23, perché il quoziente fortuna non deve mancare mai.

 

R: Grazie, è stato un vero piacere averti con noi. 

 

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