Numero 13: Melissa Mordaci

Intervista a Melissa Mordaci, tatuatrice paziente!

 

Ciao Melissa! Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descriverti quali sceglieresti? E Perché? 

Allegra, paziente e solare! Sono una persona che cerca sempre di vedere la “parte buona” in tutto e tutti.

 

Che aggettivi userebbero gli altri invece per descriverti? E perché? 

Probabilmente Instancabile, ho sempre e perennemente voglia di fare e organizzare qualcosa!

 

Ci parli un pò di ciò di cui ti occupi? 

Faccio tatuaggi. Esprimo pensieri ed emozioni sotto forma di disegno, sulla pelle delle persone, rivisitati però a modo mio! 

 

Quando hai deciso di lanciare la tua attività? E perché? 

Quando sentivo di essere “pronta” ad affrontare il mondo esterno. Mi sono esercitata ed ho studiato per circa un annetto prima di buttarmi in questa attività. Fortunatamente ho avuto anche il supporto della mia attuale collega che mi è stata dietro in ogni mia crisi, paura e idea che mi venisse in mente. Sono due anni che faccio questo lavoro, sono giovane e la strada è ancora lunga soprattutto in questo ambito, non si finisce mai di imparare.

 

Quali credi che siano le caratteristiche e le abilità necessarie per intraprendere un percorso come il tuo? 

La famosa “testa dura”, mai farsi scoraggiare da nessuno, tanto impegno e dedizione, bisogna sempre provarci fino all’ultimo e credere in se stessi. I risultati poi arriveranno! 

 

Cosa consiglieresti a chi come te vuole intraprendere questo tipo di percorso? 

Il lavoro da tatuatore è un po’ una scatola chiusa, all’inizio non sai mai se il tuo futuro sarà fare quello oppure no. Importante è avere molta autocritica, non bisogna mai essere soddisfatti al 100% del proprio lavoro, ma cercare sempre di migliorare ogni giorno. Cosa fondamentale, essere realisti e sinceri con se stessi: se non si è portati per fare ciò, non continuare forzatamente a fare questo lavoro, rischieresti soltanto di “sciupare” persone.

 

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato sul tuo percorso? Come le hai affrontate? 

L’insicurezza. Molto spesso ho avuto crisi e paura di non riuscire a fare questo in futuro. È sempre stato il mio sogno. Ho avuto la fortuna di essere affiancata da persone che mi vogliono bene e che mi hanno sempre sostenuta in tutto. Prima di gettare la spugna, giustamente, mi hanno fatto notare che bisogna provare e riprovare; invece di piangere, concludi il lavoro e riprova sempre ogni volta.

 

Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa avresti fatto? E perché? 

Sinceramente non lo so, ho sempre avuto questo lavoro come obiettivo e non ho pensato a opzioni secondarie.

 

Terminiamo con la domanda di rito, qual è il tuo numero primo e perché?

Il 13, è il mio numero di nascita, per alcuni è considerato un numero che porta iella, ma a me sinceramente ha sempre portato fortuna!

 

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