Numero 13: Deborah Gelsomino

Intervista a Deborah Gelsomino, favolosa dermopigmentista

Ciao Deborah! Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descriverti quali sceglieresti? E Perché? 

Tenace, nel perseguire i miei sogni e i miei obiettivi. Sensibile, alla bellezza soprattutto, ma anche con le persone che mi circondano, con le quali instauro quasi sempre un rapporto di grande empatia. Forte, perché ho affrontato tante sfide nella mia vita e sono grata ad ognuna di esse perchè mi hanno reso quella che sono.

 

Che aggettivi userebbero gli altri invece per descriverti? E perché? 

Forte, non so perché me lo dicono tutti, anche persone che non mi conoscono bene. Gentile, forse perché anche per lavoro cerco di trattare sempre gli altri con i guanti bianchi e con molta delicatezza sia verbale che fisica. Determinata, perché probabilmente cerco di mantenere sempre le mie promesse.

 

Ci parli un pò di ciò di cui ti occupi? 

Io mi occupo da quasi vent’anni di dermopigmentazione, una branca dell’estetica che ingloba l’arte del tatuaggio applicata sia sul viso con il trucco permanente, che sul corpo con i minimal tattoo.

 

Quando hai deciso di lanciare la tua attività? E perché? 

La mia attività parte nel 2008 con il mio primo studio all’interno di un centro solare. La mia prima esperienza è stata molto significativa per me e per la mia capacità di settare al meglio le mie priorità lavorative, centrando sempre di più con gli anni il tipo di contesto che volevo adottare e il genere di servizio che volevo offrire. 

 

Quali credi che siano le caratteristiche e le abilità necessarie per intraprendere un percorso come il tuo? 

Il mio è un percorso abbastanza lungo e impegnativo, in quanto lavoriamo con l’organo pelle, che per quanto affascinante sia, ha bisogno di cura, attenzione e molta scrupolosità per essere trattato al meglio. Le abilità artistiche a volte le si hanno naturalmente, e a volte si affinano con il tempo grazie alla formazione, ma come dico sempre anche alle mie allieve, la sensibilità artistica ed estetica deve essere un presupposto obbligatorio … e questo o ce l’hai o non ce l’hai. 

 

Cosa consiglieresti a chi come te vuole intraprendere questo tipo di percorso? 

Consiglio sempre di non arrendersi alle prime difficoltà, perché è naturale cadere soprattutto agli inizi. È un lavoro molto serio e di grande responsabilità, ma con tanto impegno spesso si vedono presto i risultati. Se ci sono i presupposti giusti, si possono ottenere grandi soddisfazioni. 

 

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato sul tuo percorso? Come le hai affrontate? 

Difficoltà tante. I primi anni non ero mai contenta dei miei lavori, perché sono una perfezionista accanita, e pretendevo che la mia mano producesse i risultati di persone che lavoravano già da anni. Poi ho capito che dovevo essere più paziente con me stessa, e allora ho cominciato a sentire ogni volta un miglioramento. E ogni volta avevo sempre una risposta in più ad ogni domanda. A volte ho avuto anche difficoltà economiche, costava tutto tantissimo per me: formazione, prodotti, attrezzature … ma ci ho creduto tanto e ho investito fino all’ultimo centesimo. Ero sicura che un giorno sarei stata ripagata di tutto quell’impegno, e non sbagliavo. 

 

Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa avresti fatto? E perché? 

Oddio, a volte me lo chiedo… faccio fatica a immaginarmi in un contesto lavorativo diverso da quello che vivo, ma forse a pensarci bene credo che avrei aperto una cartoleria… impazzisco con tutta la cancelleria!

 

Terminiamo ora con la domanda di rito, qual è il tuo numero primo e perché?

Il 13, è un numero che mi appartiene. Sono anche i civici dei miei due studi più significativi avuti fino ad ora. 

 

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